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giovedì 18 giugno 2015

Il panico e il bisogno di libertà

Quella di Federica era una vita letteralmente pianificata. Ballare, studiare, ballare, studiare, ballare, studiare... La sua ruotine era fatta di questo e non c'era spazio per una festa tra amici, un fidanzatino o ancora una vacanza con i coetanei, considerati tutti inutili contrattempi. L'obbiettivo primario di Federica stava nell'impegnarsi al massimo per diventare una grande ballerina. Ma in una esistenza talmente “pianificata”, non c'è da stupirsi se in un giorno qualunque una crisi di panico ebbe il sopravvento, cambiando per sempre la sua vita.

L'importanza della psicoterapia nella cura del panico



“Ero al mare quando subii il mio primo attacco di panico”. Dopo questo primo attacco Federica non riuscì a tornare al lavoro e prende coscienza del bisogno di una cura psicoterapeutica. Durante il trattamento capisce che tutta la sua vita era stata funzionale ad un progetto (fin troppo supportato dalla madre), che l'ha tenuta lontana dal bisogno di libertà, dalla ricerca del piacere e dai suoi desideri più intimi. Ma Federica è ancora in tempo per riprendere in mano la sua vita e così, tra una seduta e l'altra, riesce a tenere più a freno ansia e timori tipici del panico e gradualmente si impegna a trovare il piacere nella quotidianità, nei gesti apparentemente più insignificanti.
A fine trattamento, la protagonista di questa esperienza si è detta “rinata” ed è riuscita a guarire definitivamente dagli attacchi di panico.

10 milioni di italiani soffrono di panico

Quella di Federica non è naturalmente l'unica testimonianza del panico, uno dei disturbi d'ansia più diffusi in assoluto. Come lei, tante altre persone hanno sofferto (o ne soffrono tutt'ora) di crisi di panico, ognuno con la sua storia. Nel Bel Paese pare che almeno 10 milioni di persone abbiano subito almeno una volta nella vita un'attacco. Ma in cosa consiste più precisamente questo malessere? Trattasi di uno stato di intensa paura, puro terrore, slegato dalla logica o dalla riflessione, che può scattare in qualsiasi momento e in qualsiasi posto, a fronte di un pericolo (presunto o reale che sia); il tutto si caratterizza per la comparsa di svariati sintomi. Quali?
Ecco i più frequenti:
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Sensazione di soffocamento;
  • Respiro corto o sensazione di asfissia (o iperventilazione); 
  • Sensazioni di sbandamento, di instabilità, di svenimento;
  • Tremori e grandi scosse alle braccia;
  • Palpitazioni o tachicardia sempre più forte;
  • Paura di morire;
  • Sudorazione;
  • Sensazioni di torpore o di formicolio;
  • Paura di impazzire o di perdere il controllo;
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazioni di irrealtà, di stranezza, di distacco dall’ambiente;
  • Vampate o brividi;
  • Principio di parestesia agli arti (superiori o inferiori);


Così elencati fanno paura, ma niente panico! Raggiungono il culmine nell'arco di poco più di 10 minuti, per poi non lasciare alcuna traccia dietro di sé (se non l'inifinita ansia di rivivere un nuovo attacco!). Il disturbo può manifestarsi in forme più o meno gravi e può essere causa di depressione, ecco perché è consigliabile non trascurarlo per alcun motivo.
Va precisato che in condizioni di pericolo, a chiuqnue può capitare di lasciarsi prendere da l panico, ma un'unica crisi non è sufficiente per avanzare diagnosi simili.

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